“La bellezza che ho voluto interpretare tramite segni e colori è quella della forza resiliente che c'è in ognuno di noi, nella capacità di trasformare eventuali punti deboli in punti di forza. In questo caso parlerei di bellezza della sofferenza, ovvero come opportunità per scoprire una forza dentro di sé che non sapevamo di avere. La bellezza dello spirito poi diviene anche bellezza esteriore, secondo ciò che i greci ci hanno tramandato con il concetto della kalokagathìa. Possiamo trovarci a terra, ma possiamo anche essere pronti a sbocciare, ad esplodere di luce e vitalità, come lei, che è già pronta per rialzarsi.
”