“Ho illustrato la gentilezza meno scontata e più difficile: quella rivolta verso chi in realtà ci fa paura. Quando si ha davanti qualcuno diverso da noi, il nostro cervello manda spesso segnali di rifiuto, di paura. Agire la gentilezza è perciò un atto potente, perché rinunciamo alla nostra armatura e ci rendiamo vulnerabili, scommettendo sulla bontà dell'Altro e sulla sua meritevolezza di un dono.”